Ho aperto con trepidazione l’Operations Order inviato dal Direttore di Manifestazione dell’AirShow di Arona 2018 che contiene tutte le informazioni necessarie per partecipare alla Manifestazione: le procedure di arrivo e di attesa, le quote, le frequenze radio, le operazioni di emergenza, eccetera. Ho studiato tutto compresi gli allegati con la posizione della Display Line, del pubblico, delle boe sul lago, la zona interdetta alla navigazione.
Tanto più leggevo, tanto più mi rendevo conto che questa era una vera e propria Manifestazione Aerea, di quelle con tanto pubblico e … le Frecce Tricolori per chiudere lo spettacolo!
Mi sono preso un paio di giorni e poi ho chiamato il Direttore e gli detto che non me la sentivo, non ero pronto, il mio programma non si adattava ad una Display Line di 4 km, ad un pubblico così vasto, ad una Manifestazione di tale portata. Non mi sentivo pronto e non avrei avuto il tempo per preparami in modo adeguato.
Abbiamo parlato lungo, abbiamo discusso le mi e perplessità e alla fine mi ha detto: “Non ti devi preoccupare, fai quello che sai fare, fallo come lo hai sempre fatto e andrà tutto bene”.
Ho contattato Vengono per farne la mia base di rischiaramento per il weekend ma purtroppo un NOTAM permanente ne vieta l’arrivo al traffico esterno (peccato, mi sarebbe piaciuto festeggiare i vent’anni di brevetto proprio nel posto dove l’ho conseguito!). Allora ho provato con Vercelli dove, tra l’altro, è basato Alberto Beccaro con il suo Pitts S-2A (conosciuto al Raduno Pitts che ho organizzato a Reggio Emilia a marzo) oltre a Francesco Delmastro, conosciuto tre anni fa in UK. Vercelli può andar bene, devo solo pianificare il volo per arrivarci (47 min) e … farmi bastare i 580 m di pista. Cacchio, è po’ corta per me. Non sono sicuro di farcela. Devo provare a fare degli atterraggi corti a Reggio e misurare di quanta pista ho davvero bisogno. Lo farò in settimana.
Studio di nuovo l’Ops. Studio le carte su Google Maps. Preparo la navigazione per Vercelli. Prenoto l’albergo, preparo quello che mi serve per il weekend, i documenti, l’assicurazione. Studio l’Ops e guardo su Google Maps il Lago Maggiore e Arona, dove sarà il pubblico e dove saranno le boe. Il pubblico. Cacchio, ci sarà un sacco di pubblico! Non saranno lì per me perchè vanno a vedere le Frecce mica vengono per vedere me. Però, prima delle Frecce vedranno me. Oddio!
Mi serve tutto il lunedì per riprendermi dalla manifestazione di Montagnana. Sono stanco, in ufficio lavoro sodo e avrei bisogno di riposare oltre che prepararmi per Arona. Devo migliorare il mio Display. Guardando i video della GoPro fatti a Montagnana ho trovato alcuni errori che vorrei risolvere, dovrei anche introdurre dei miglioramenti. Ho tre giorni per provare: martedì voglio stare con la mia famiglia, da mercoledì a venerdì cercherò di volare dopo il lavoro per mettere a punto le modifiche alla sequenza, per provare ad abbassare la quota ancora un po’ senza compromettere la sicurezza, per verificare se riesco ad atterrare in meno di 600 metri.
Mercoledì arrivo a Reggio alle 19, ho un’ora prima che l’aeroporto chiuda. Faccio l’intera sequenza sul cielo campo e quando atterro l’AFIS mi rimprovera (giustamente) della quota troppo bassa. Che posso fare? Devo allenarmi a volare basso, devo abituarmi a vedere il suolo vicino davvero, devo abitarmi a controllare la paura e non lo posso fare se volo a 2,000 piedi, devo essere a quota Display! Alla fine del volo provo un atterraggio corto, prendo un riferimento sulla pista dove riesco a fermarmi e poi misuro la distanza su Google Maps: 480 m. Bene, se riesco a farlo anche domani significa che Vercelli è alla mia portata.
Giovedì sera torno in aeroporto ma questa volta vado ad allenarmi sul cielo-campo di un’aviosuperficie vicina, previo accordo telefonico con i gestori. Va tutto bene, c’è ancora qualche cosa da raffinare. Atterro di nuovo in meno di 500 metro. Vercelli può andar bene. Pulisco l’aeroplano e riempio il serbatoio dello Smoke Oil. E’ tutto pronto per il weekend.
Venerdì resto a casa e sto con la famiglia. Del resto il giorno prima degli esami non si studia, giusto? Sono teso e preoccupato, mia moglie lo sa e mi capisce, è preoccupata anche lei ma cerca di non farmelo notare.
Sabato mattina è tutto pronto, lo zainetto nel bagagliaio del Pitts, tutto l’occorrente per un “Land Away” con pernotto, carte aggiornate e piano di volo inviato. Meteo perfetta e il volo non presenta problemi. Vercelli è come l’avevo studiata su Google Maps, riesco a fermarmi prima del raccordo, Alberto mi aspetta a tera dopo avermi guidato via radio. Rifornisco, mangio quel che riesco e mi preparo per le prove che saranno alle 14:18, contatto radio alle 14:13 dal punto di attesa, decollo da Vercelli alle 13:58, saranno 15 minuti di volo.
Mi porto nella zona di holding e dichiaro la mia presenza alla radio. Osservo dall’alto la zona display. Giro in tondo e osservo “con gli occhi dell’aquila” come mi ha detto un amico una volta prima di una gara acro “vai su e osserva, con gli occhi dell’aquila che cerca la preda, osserva tutto dall’alto con calma e quando è tutto chiaro … sei pronto per entrare!”.
Mi chiamano, l’elicottero ha finito l’esibizione e sta lasciando verso sud, posso entrare da nord nella Zona Display. Rispondo “Negativo, entro da sud, elicottero in vista, entro da sud appena ha liberato”. E questo perchè quando hai un piano, devi mantenerlo!
Preparo l’aeroplano per l’acrobazia, butto giù il muso per trasformare i 1,600 piedi di quota in velocità ed entro da sud a 210 mph.
Va tutto bene, completo la mia sequenza e lascio la zona, torno a Vercelli. Ora devo solo atterrare corto come questa mattina e per oggi ho finito.
Appena arrivato a terra telefono a mia moglie poi rifornisco, preparo l’aeroplano per il giorno successivo. Sono stanco, molto stanco. Alberto mi accompagna in albergo, rispondo a qualche messaggio su Facebook di amici che hanno visto dei miei preparativi per l’AirShow, vado a letto stremato, ho bisogno di dormire. Ad Arona c’è la cena di gala con le Frecce, io ho bisogno di riposare e vado a letto.
Dopo undici ore di sonno mi sento finalmente riposato. Vado all’aeroclub e mi preparo, mi concentro, ripasso la sequenza, le operazioni di emergenza, l’alternato. E poi di nuovo la sequenza. Decido che se ho un problema al motore quando sono sul lago devo puntare in basso e lanciarmi con il paracadute, non si sopravvive ad un ammaraggio con un Pitts. Poco lontano dalla zona della Manifestazione c’è Vergiate ma mi serve potenza per almeno 5 minuti per arrivarci. Se il motore pianta sul lago mi devo lanciare. Ripasso la procedura per sganciare il cupolino e uscire dal cockpit.
Controllo l’aereo. E’ come l’ho lasciato ieri, pronto al volo. Olio e benzina OK, durante la notte non ha perso nulla. Parabrezza pulito. Tutto pronto. Dovrei mangiare ma ho lo stomaco chiuso. Bevo. Bevo in continuazione. Ieri ho bevuto 4 litri d’acqua. Fa caldo e devo mantenermi idratato. Bevo e ripasso la sequenza. Ripasso l’ingresso, la quota e la Display Line. Guardo l’ora. Manca poco. Tra poco si va in scena. Sono pronto.
Decollo, passo a ovest di Malpensa e mi porto nella zona d’attesa. L’elicottero è lì sotto che recupera il sommozzatore e il lungolago è pieno di pubblico. Bene, quello però non devo guardarlo. Devo solo guardare le boe che segnalano la Display Line. Fa caldo ma ho bevuto abbastanza, sono sudato fradicio e quest’attesa mi logora, non vedo l’ora di cominciare. Quelle sono le boe, quello è l’ingresso, lì devo tirare il Looping, lì rientro dopo il 45°. Parametri motore OK, olio un po’ caldo, arricchisco la miscela.
“Pitts Special, preparati che ora l’elicottero fa l’ultimo passaggio poi tocca a te”. Adrenalina. A fiumi. Brividi sulla schiena. La vista si schiarisce e mi trama la mano destra, è l’adrenalina che orami è in tutto il corpo.
“Ricordati di respirare” mi viene in mente. Respiro profondamente. Due volte, poi sorrido, finalmente sorrido, ora è il mio momento e me lo voglio godere, sono qui davanti ad un pubblico pazzesco a far vedere le doti del mio Pitts, sono qui per fare il mio Display e lo farò al meglio delle mie capacità.
Entro alla velocità massima, fumogeno accesso, 300 piedi sull’acqua. Guardo per un attimo a sinistra e vedo migliaia di persone assiepate sul lungolago che guardano. Viro a sinistra e poi a destra, torno indietro a 500 piedi e mi metto rovescio, passo tutto il pubblico in volo rovesciato. Poi mi giro e tiro, vado su nel cielo per un mezzo otto cubano e via tutto il resto: un looping, uno Stall Turn … Va tutto benissimo, mi piace, mi diverto, urlo come un matto lì chiuso nel mio cockpit dove nessuno può sentirmi. Ripeto i parametri e le manovre a voce alta: “ora su, su ancora fino a 60 Kts, ora via, fuori, giù tutto fino a 500 piedi, poi su, mille e uno, mille e due e via!”
Ho completato la sequenza, un passaggio per salutare il pubblico e poi libero la zona verso sud. Torno a Vercelli. Sono esausto. Accaldato, stanco ma felice. Parametri motore OK, spazio aereo di Malpensa alla mia sinistra, alla radio sono in contatto con Milano Info che per l’occasione tralascia il protocollo e affettuosamente saluta i partecipati alla manifestazione!
A terra sorrido. Sorrido e non riesco a smettere. Chiamo mia moglie e poi rifornisco il Pitts. E sorrido ancora. Cerco dell’acqua, bevo avidamente. Poi sorrido ancora. Cerco di mangiare qualche cosa ma faccio fatica, ho ancora lo stomaco chiuso. Dovrei preparami per il rientro a Reggio ma voglio godermi, per un po’, questa felicità.
Si avvicina un ragazzo e mi chiede “Sei Francesco Fullin?”. Lo guardo, non lo riconosco. Mi spiega: “Ti ho appena visto in televisione”. Gli dico che deve essersi sbagliato ma lui insiste: “Ho visto l’AirShow di Arona, c’era un Pitts pilotato da Francesco Fullin, poi ho visto il Pitts passare sopra casa mia e speravo si fermasse qui all’Aeroclub. Ma si, sei tu!”. Non so chi di noi due sia più commosso. Gli mostro l’aeroplano e parliamo dei modelli radiocomandati che lui costruisce e poi pilota facendo acrobazia.
Giornate che non si dimenticano facilmente!